domenica 18 dicembre 2011

.. parliamo di impresa e lavoro ...




una prima domanda: la grande impresa italiana ha ancora la capacità di stare sul mercato e può essere una struttura economica adeguata per il nostro sistema economico-sociale ?


una seconda domanda: i tradizionali tavoli di concertazione tra confederazioni sindacali, rappresentanze della grande industria e governo deliberano politiche industriali e del lavoro a favore dei grandi interessi organizzati; chi e come rappresenta i bisogni e le istanze di chi giorno per giorno intraprende e lavora mettendondosi sul mercato gravato da una pressione fiscale e burocratica senza precedenti, senza aiuti pubblici e rischiando in proprio ?





LA DINAMICA DELLE IMPRESE ATTIVE IN VENETO

CCIIAA Verona "L'anno che verrà"

FONDAZIONE NORD-EST (Prof. Marini) "Le "opportunità" durante la crisi"

SMALL BUSINESS ACT - trasformare le intenzioni in azioni - che cosa è SMEs - programma sviluppo


Interviste
http://www.youtube.com/watch?v=qoC-9gBGdNQ&feature=related

Documentazione
http://www.quaderniartigianato.com/wp-content/uploads/2011/05/Quaderni_50.pdf

Informazioni nel Veneto
http://www.consiglioveneto.it/crel/web/upload/news/attivita-conferenza/05lr0011.pdf
http://www.consiglioveneto.it/crel/web/ita/componenti.jsp
http://www.venetoinnovazione.it/?q=node/268
http://www.venetosviluppo.it/portal/portal/vs/Attivita/Partecipazioni
http://www.venetosviluppo.it/portal/portal/vs/Attivita/Agevolata/ProdottiWindow?action=2&query=Shttp://www.ven.camcom.it/unioncamere.htm
http://www.ven.camcom.it/centro_s.htm
http://www.ven.camcom.it/eurosp.htm http://www.fondazionenordest.net/OPEN.31.html
http://www.fondazioneimpresa.it/fondazione-impresa
http://www.cgiamestre.com/struttura/
http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/category/immigrazione/imprenditoria/

venerdì 9 dicembre 2011

partiti, leaders, lacché








.. in realtà c'è molto di più e molto peggio ...

lunedì 5 dicembre 2011

LE PRIMARIE DEI "DEM" VERONESI

la premessa di un grande successo elettorale...


LEGITTIMATI AL VOTO VERONA -> 193.791

VOTANTI BALLOTTAGGIO ELEZIONI AMMINISTRATIVE
2007 -> 152.998

SINDACO ALETTO AMMINISTRATIVE 2007 -> 92.943

VOTANTI ALLE PRIMARIE DEL
CENTRO-SINISTRA
SINISTRA
MOVIMENTI VERDI
VERONA 4 DICEMBRE 2011 -> 4.997



PERCENTUALI

Alle primarie ha partecipato il 2.57 degli elettori veronesi

Per candidato IDV ha votato lo 0, 18 degli elettori

Per i candidati del PD ecc. ha votato il 2,39 degli elettori

mercoledì 16 novembre 2011

venerdì 4 novembre 2011

alcuni interrogativi sullo stato della democrazia locale

.. le domande chiave da porsi sono le seguenti:

in nome della governabilità di un ridotto sistema sociale ed economico, attraverso la realizzazione di una forma di presidenzialismo plebiscitario spinto, può e essere sacrificata la democrazia locale ed ogni sostanziale diritto personale e civico rimanere privo di efficaci e gratuite tutele?

quali contropoteri istituzionali e sociali dovrebbero poter efficacemente operare per poter bilanciare, sia sul piano legale che delle garanzie democratiche (individuali e collettive), lo straripante potere del vertice dell’amministrazione comunale ?

quali forme di controllo politico, tecnico-legale, sociale sono rimaste operative sui vertici politici (eletti e nominati) ed amministrativi (funzionari professionali) dell’amministrazione locale ?


legge 25 marzo 1993 n. 81



mercoledì 26 ottobre 2011

.. ma la storia è vecchia ... e gli uomini non cambiano

Una democrazia non può esistere come forma permanente di governo.
Può esistere solamente fino a quando gli elettori scoprono che possono votare per ottenere benefici sempre più ampi a spese dello stato. Da quel momento la maggioranza vota sempre per i candidati che promettono i massimi vantaggi ottenibili a spese del tesoro pubblico, col risultato che lo stato democratico crolla dovendosi accollare una politica fiscale senza freni, seguita sempre da una dittatura.
L'età media delle grandi civiltà del mondo è stata 200 anni.
Queste nazioni sono progredite:
dalla schiavitù alla fede;
dalla fede al grande coraggio;
dal coraggio alla libertà;
dalla libertà all’abbondanza;
dall’ abbondanza all’egoismo;
dall’egoismo all’autocompiacimento;
da questo all’apatia;
dall’apatia alla sottomissione;
e dalla sottomissione di nuovo alla schiavitù.

“A democracy cannot exist as a permanent form of government. It
can only exist until the voters discover that they can vote themselves
largess from the public treasury. From that time on the majority
always votes for the candidates promising the most benefits from
the public treasury, with the results that a democracy always
collapses over loose fiscal policy, always followed by a dictatorship.
The average age of the world's great civilizations has been 200 years.
These nations have progressed through this sequence:
from bondage to spiritual faith;
from spiritual faith to great courage;
from courage to liberty;
from liberty to abundance;
from abundance to selfishness;
from selfishness to complacency;
from complacency to apathy;
from apathy to dependency;
from dependency back again to bondage.”

Sir Alex Fraser Tytler (1742-1813)
from The Decline and Fall of the Athenian Republic, c.1799 The earliest known appearance of this quote was December 9, 1951, in what appears to be an op-ed piece in The Daily Oklahoman under the byline Elmer T. Peterson. The quote has not been found in Tytler's work. It has also been attributed to
Alexis de Tocqueville.

lunedì 3 ottobre 2011

.. e non lo dice un povero cittadino senza mezzi ...



«..la classe politica si è allontanata dalla realtà , la crisi economica impone serietà competenze e reputazione che gli attuali politici non hanno, salvo rare eccezioni. Le componenti responsabili della società civile che hanno a cuore le sorti del Paese lavorino per affrontare con la competenza e la serietà necessaria questo difficile momento»

«L'idea che la società civile sia così meglio della classe politica è proprio sbagliata»

«Anche una parte del mondo economico ha le sue gravi responsabilità»

intervista: video

venerdì 9 settembre 2011

governance locale in rete



I diritti di cittadinanza digitale
il diritto di accesso alle reti tecnologiche, attraverso il superamento del digital divide;
il diritto di accesso all’informazione e alla conoscenza, organizzando iniziative di alfabetizzazione informatica, sensibilizzazione all’uso delle reti e promozione dell’open source;
il diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese, puntando sulla dematerializzazione dei documenti amministrativi, il riconoscimento dell’identità digitale, e la diffusione di servizi avanzati di e-government come strumento di semplificazione e snellimento dei rapporti con le amministrazioni;
il diritto di accesso ai dati, affermando la filosofia open data e le logiche di trasparenza per mettere a disposizione dei cittadini e delle imprese tutte le informazioni sulle attività e i campi di competenza gestiti dall’Ente locale.




linee guida per tutti i siti web della pubblica aministrazione 2011


e-gov 2012





















una buona pratica





giovedì 8 settembre 2011

luoghi comuni sull'organizzazione della democrazia

SI
alla radicale riduzione dei costi della politica,
alla più totale trasparenza,
nessun privilegio a chi ricopre incarichi pubblici
obbligatori etica e spirito di pubblico servizio

MA ...
attenzione alla riduzione delle rappresentanze

1) tanto maggiore è il numero di elettori in un collegio elettorale
altrettanto diminuisce la capacità e la possibilità per ciascun
elettore di farsi ascoltare e mettersi in rapporto con chi è stato eletto

2) la riduzione del numero dei rappresentanti, in assenza di rigorose contropartite
informative e partecipative, è sempre destinata a creare un allontanamento dei cittadini dagli eletti che diventano così sempre più "casta" lontana ed autoreferenziale


Sartori docet

domenica 4 settembre 2011

caro Bolla noi la risposta l'abbiamo data ...



Ma quali cittadini ?

La lettera del presidente di Confindustria Verona .. alla società civile ed alla politica
4 settembre 2011


"Siglare un nuovo patto tra Stato e cittadini"
Nel dopoguerra l'Italia ha affrontato la sua sfida più difficile con compattezza, e l'ha vinta. Oggi il nostro Paese è chiamato ad una nuova grande impresa ed appare invece irriconoscibile: disunito, dilaniato dagli interessi corporativi, in conflitto sui valori fondanti di una società civile.
Ci prepariamo ad affrontare l'autunno su una salita che sapevamo difficile, ma che durante l'estate è diventata più ripida. Per le imprese, certamente, ma anche per tutti i cittadini. In poche settimane abbiamo assistito ad un tracollo a tutto tondo. La crisi economica e finanziaria, le Borse impazzite, le aziende che sono in difficoltà, i lavoratori che sono in cassa integrazione, i consumi che non ripartono, i giovani che vogliono andare via.
Ci siamo sentiti come la Grecia. Pensavamo di essere diversi, forti della nostra settima posizione tra i Paesi industrializzati, in compagnia della sola Germania tra i Paesi europei, ed invece abbiamo capito che da sola l'industria, l'imprenditoria diffusa capace di creare ricchezza "nonostante tutto", non basta. Il "nonostante tutto"- cioè ciò che sta fuori dalle fabbriche- ha spaventato i mercati finanziari e fatto precipitare la nostra credibilità. Siamo diventati un Paese a rischio. Diciamolo con franchezza. Di fronte alla crisi economica la nostra classe politica non è stata capace di risolvere il problema con consapevolezza ed autonomia da «Paese adulto». Viceversa i nostri politici ci sono parsi come i bambini che hanno bisogno del rimprovero del genitore (in questo caso l'Europa) per fare la cosa giusta. Ma la cosa giusta, i grandi progetti, le grandi riforme si fanno affrontando i temi per tempo. Affrontando con competenza la complessità, con determinazione, senza superficialità. Si compiono scelte perché ci si crede, non per evitare la punizione.
EMERGENZA. Invece abbiamo visto il Consiglio dei ministri raffazzonare un primo provvedimento di emergenza che ha permesso, questo è vero, alla Banca Centrale europea di intervenire a sostegno dei nostri titoli pubblici. Ma da questo provvedimento l'Italia è uscita spaccata in due: gli onesti e i disonesti. Una divisione che attraversa trasversalmente tutto il Paese. I primi sono quelli sui quali si fa "affidamento" sia quando si deve spingere sullo sviluppo, sia quando si deve affrontare un'emergenza. I secondi invece non hanno mai responsabilità nei confronti del proprio Paese. Abbiamo sperato che si sarebbe affrontato con decisione il tema dell'evasione fiscale. Invece niente, solo una escalation di idee estreme, già risultate inefficaci in passato e che ci fanno sospettare che non si voglia fare nulla. Non si potrebbe permettere ai cittadini una maggiore deducibilità delle spese o limitare l'uso del contante per risolvere quella diffusa ed odiosa abitudine ad evadere nelle attività del quotidiano- grandi e piccole- che allarga il mare del nero e spesso dell'illegale? Basta varcare le frontiere del nostro Paese per rendersi conto che in Europa il contante non si usa nemmeno più per pagarsi un caffè.
PIEGHE DEMAGOGICHE. Abbiamo sperato che tra le pieghe delle demagogiche denunce dei costi della politica qualcosa di buono ci potesse anche scappare, magari la razionalizzazione dei Comuni e delle Province. Un disegno di riorganizzazione dell'amministrazione del territorio coerente con il grande disegno federalista. E invece no, tutto rimandato. Ci è toccato persino sentir parlare della necessità di difendere il "valore identitario dei piccoli Comuni" solo per difendere l'assurda moltiplicazione delle poltrone, degli incarichi, degli sprechi e dei privilegi piccoli e grandi. Un tema invece che mi sembra veramente una priorità in questo momento in cui dobbiamo mettere in condizione il nostro Paese e le nostre imprese di affrontare il mondo globalizzato. C'era comunque la convinzione che quel primo decreto fosse figlio dell'urgenza ed avevo sperato - e con me in molti- che i giorni a seguire avrebbero potuto servire per cancellare le sviste e gli errori di una fantasiosa ed iniqua manovra di mezza estate. Si sperava in provvedimenti capaci di spingere sulla crescita, dimostrando di aver compreso l'importanza della relazione che esiste tra lo sviluppo e le maggiori entrate: una relazione virtuosa che porta benessere e riduce il deficit. I temi su cui lavorare li conosciamo. Cosa vorrei? Le riforme forti che chiediamo da tempo, noi imprenditori, noi cittadini. Riforme per affrontare l'emergenza credibilità-Paese ma anche per affrontare il futuro. Mercato, liberalizzazioni, semplificazioni, equità, meritocrazia. Sono ingredienti semplici, ma non scontati che possono fare la differenza. Invece, non un provvedimento per sostenere lo sviluppo, solo cassa. Nessun provvedimento che migliori le impostazioni precedenti, ma solo cancellazioni e nuove ipotesi fantasiose, frutto dell'improvvisazione e dei veti incrociati tra partiti. Ipotesi che rischiano più volte di smantellare la certezza del diritto, fatte in barba al rispetto per i cittadini e ignorando anche quelle regole che l'economia ci ha dimostrato essere irrinunciabili. Ipotesi che il giorno dopo suscitano la reazione forte dei pochi soggetti colpiti, dubbi di legittimità e, dopo poco, il venir meno dello stesso sostegno da parte della maggioranza. Anzi, a volte le norme risultano misteriosamente prive di un padre politico. Stiamo quindi imparando alcune cose.
RISORSE. La prima è che la vera manovra la potremo commentare solo dopo che sarà stata approvata. Almeno finché la Bce avrà le risorse, la convenienza e la pazienza di acquistare i Titoli del nostro debito pubblico, continueremo ad assistere allo spettacolo di norme improvvisate proposte da un governo dilaniato dai dissidi e dagli interessi di parte. Saranno comunque provvedimenti dolorosi, perché i saldi lo richiedono. Speriamo che i sacrifici vengano imposti in modo più equo rispetto alle ipotesi fino ad ora prospettate. Sarà difficile ambire al meglio, dovremo accontentarci di un meno peggio.
RIFORME. La seconda è che il momento più importante comincerà dopo che la manovra sarà stata approvata. I problemi strutturali richiedono riforme strutturali. Dal giorno dopo bisognerà lavorare, giorno dopo giorno, per portare a casa risultati che non si possono ottenere con un tratto di penna su un decreto estivo. Promettiamo l'abolizione delle province e la riduzione dei parlamentari? Dal giorno successivo bisogna pensare a come raggiungere tale obiettivo in modo da ottenere, nei tempi più brevi possibili, i risultati auspicati: riduzione dei costi della macchina dello Stato e semplificazione della vita dei cittadini. Promettiamo dei recuperi dell'evasione? Dal giorno dopo va affrontato senza tentennamenti, senza caccia alle streghe, senza mettere i cittadini l'uno contro l'altro, il tema più delicato ed elettoralmente sensibile, quello dell'emersione del sommerso. Parliamo da sempre di costo del lavoro. Affrontiamo una volta per tutte la questione del cuneo fiscale. Una riduzione del cuneo farebbe crescere il Pil. Va finanziata, certo, ma non sarebbe un'operazione di mera cassa quanto una spinta allo sviluppo. Quello che serve al Paese.
IL PATTO. Ma la riforma delle riforme, quella irrinunciabile, è quella di un nuovo patto tra Stato e cittadini. Ecco, quello che vorrei davvero in questo autunno è veder nascere un nuovo patto di convivenza civile tra categorie economiche, tra settori, tra portatori di interessi diversi. Ognuno legittimamente impegnato a difendere non le proprie prerogative, le proprie rendite ma a difendere il bene comune prima di tutto. Insomma, forse, alla fine, quello che io e insieme a me molti italiani e veronesi reclamiamo è un senso comune dell'etica, un risveglio delle coscienze. E poi la responsabilità: non si può assistere ogni giorno allo scaricabarile tra Palazzi romani, veneti o veronesi che siano.
Tutti possono e debbono fare la propria parte a cominciare da chi amministra il nostro territorio. Ci aspettiamo quindi innanzitutto dai politici e dagli amministratori veronesi quell'esempio di buongoverno tante volte dichiarato nei comizi. Una proposta di buongoverno, di riforma che parta dal territorio può davvero fare da volano al resto del Paese. Etica e responsabilità: concetti che questa estate sembra aver portato via. Ma che vanno riconquistati con l'orgoglio delle nostre radici e del nostro lavoro.

Andrea Bolla
Presidente Confindustria Verona

(pubblicata sul quotidiano L'Arena del 4 settembre 2011 pagg. 1-7)

lunedì 22 agosto 2011

lunedì 8 agosto 2011

l'autoprivazione dei diritti

Scrive De Tocqueville:

"Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro.
In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso.
Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva il momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare .
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il bene di ciascuno alla prosperità di tutti.
In casi del genere non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri...Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto.
Che garantisca l'ordine anzitutto!
Una nazione che chiede al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati, i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo."


.. e l'arte di arrangiarsi

mercoledì 27 luglio 2011

MONITORAGGIO POLITICA E ISTITUZIONI VERONESI

Per il monitoraggio delle attività dei principali partiti del capolluogo

Lega Nord
http://www.leganordverona.it/

Partito Democratico
http://www.pdverona.it/

Popolo della Libertà
http://www.pdlverona.com/

Sinistra ecologia libertà
http://sinistraecologialibertavr.blogspot.com/2011/02/prossimi-appuntamenti-sel-verona.html

Italia dei valori
http://www.italiadeivalori-verona.it/


Per il monitoraggio attività istituzionale del Comune di Verona

Agenda della settimana
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=29908

I lavori del Consiglio Comunale
http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=11888

Verbali della conferenza dei capigruppo
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=28160

In diretta il consiglio comunale
http://consiglioweb.comune.verona.it/consiglioweb/streaming/

Programmazione dei lavori delle commissioni
http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=2955&tt=verona

Albo pretorio online (delibere di giunta) (n.b.non aggiornato)
http://ulisse.comune.verona.it/ULISS-e/Bacheca/coatti11.aspx?bac_codice=52&IdSessione=oxaghnurjxcjma45c0f3njem&men_id=00.00.00

Comunicazione e informazione comunale
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=401

Dati sul personale politico (amministratori eletti)
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=27648

Rappresentanti del Comune negli enti (nomine)
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=15215&tt=verona

Gli assessori e gli assessorati
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=2875

La struttura organizzativa
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=399

Organigramma della struttura amministrativa (le competenze degli uffici)
https://intranet.comune.verona.it/media/Redazione%20web/ente_comune/struttura_organizzativa/2011/2011_74_dg_organigramma.pdf

Il personale (dirigenti ecc.)
https://intranet.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=27448

Le normative da utilizzare per avere accesso
http://portale.comune.verona.it/media//Redazione%20web/ente_comune/regolamenti/regolamento_procedimenti.pdf

http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=397

Difensore civico comunale
http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=1042

sabato 9 luglio 2011

martedì 28 giugno 2011

mercoledì 22 giugno 2011

giovedì 16 giugno 2011

Consiglio d'Europa e democrazia locale















SETTIMANA EUROPEA DELLA DEMOCRAZIA LOCALE 2011

“I DIRITTI DELL’UOMO A LIVELLO LOCALE”

20 IDEE TEMATICHE

In generale si potrebbe pensare che i diritti e le libertà siano responsabilità dei governi centrali, e che siano gli organismi internazionali i custodi di tali valori universali. Questo è sbagliato. I diritti umani sono parte integrante della democrazia, e la democrazia locale incorpora il pieno rispetto dei diritti umani. Inoltre, molti diritti umani e libertà di solito sono attuati a livello locale, com’è il caso di molti diritti sociali e civili (ad esempio, la parità di accesso ai servizi pubblici, la tutela delle persone svantaggiate, anziani, minoranze, ecc.) Ma molto spesso gli amministratori locali non sono consapevoli di questo.

Quest'anno, la Settimana europea della democrazia locale mira ad accrescere la consapevolezza della dimensione locale dei diritti umani, in modo da rendere sia le autorità locali che i cittadini, guardiani dei diritti umani e attori della democrazia locale.

Abbiamo esplorato alcuni ambiti delle principali politiche locali, e il presente documento illustra 20 idee tematiche che potranno essere sviluppate con i cittadini durante la ELDW 2011 e dare luogo ad iniziative ed eventi che consentiranno alle comunità locali di diventare più solidali, tolleranti e rispettose dei diritti umani e delle libertà.


A. Diffondere una cultura dei diritti umani

La tutela dei diritti umani è stato un tema fondamentale dopo le atrocità della seconda guerra mondiale, e nel 1948 le Nazioni Unite emanarono la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Nel 1953 il Consiglio d'Europa ha adottato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, pietra miliare per lo sviluppo della democrazia in tutto il continente europeo e riferimento fondamentale per la ricostruzione morale e sociale dell’Europa post-bellica.
Cinquant'anni dopo, nel 2000, preparando il suo allargamento ai paesi dell'Europa dell'Est, l'Unione europea ha adottato la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, riaffermando il corpus delle libertà e dei diritti della Convenzione europea.

Aumentare la consapevolezza del lungo cammino percorso tracciato da più generazioni in nome di questi valori è estremamente importante per rafforzare la solidarietà, il rispetto e la tolleranza nelle nostre comunità.

Attività culturali

1. Organizzare con le scuole premiazioni per temi, ricerche, dipinti ed esposizioni fotografiche in materia di diritti umani.
2. Organizzare con le università e altre organizzazioni culturali conferenze, dibattiti ed eventi focalizzati sulla dimensione educativa e storica dei diritti dell'uomo e le sue nuove sfide.
3. Dedicare una sezione speciale del sito ufficiale del Comune alla partecipazione del Comune nella SEDL 2011, identificato dal logo, lo slogan e il link al sito web della Settimana e alla sezione dei testi di riferimento sui diritti umani;
4. Organizzare eventi europei sui valori dei diritti umani invitando esperti, storici europei, organismi internazionali e le organizzazioni di difesa e promozione dei diritti umani.

Attività giovanili culturali e interculturali

5. Organizzare dibattiti sui diritti umani con i Consigli dei giovani, con particolare enfasi sul rispetto e non discriminazione nei confronti delle persone disabili, e per la lotta contro ogni pregiudizio circa differenze religiose, linguistiche, origini culturali e orientamenti sessuali.
6. attività di dialogo e collaborazione interculturale possono essere organizzate in collaborazione con le scuole, le associazioni giovanili e Consigli comunali dei giovani. Tali attività saranno organizzate e destinate a coinvolgere i giovani provenienti da diverse culture, le minoranze etniche, ecc. Tali attività, che si potranno svolgere in luoghi di aggregazione come ludoteche e biblioteche, potranno essere incentrate sulle attività di reciproco sostegno scolastico, sport, musica e altre manifestazioni artistiche e creative. Tali iniziative avranno l’effetto di incoraggiare l'interazione culturale e di combattere la segregazione e l’isolamento culturale.
7. Altre iniziative interculturali possono essere organizzate con tutti i cittadini (in particolare anziani e donne) in diversi quartieri dove i residenti stranieri, immigrati e provenienti da diversi paesi esporranno prodotti artigianali, piatti tipici, costumi tradizionali, ecc favorendo le relazioni reciproche e migliorando così la coesione sociale nei quartieri e nelle comunità multiculturali.


B. Promozione dei diritti sociali e l'accesso ai servizi pubblici e le strutture di supporto

I servizi pubblici e di supporto sono generalmente rivolti a tutti i cittadini, ma le persone svantaggiate, per ragioni diverse, sono ben lungi dall'esserne pienamente informate. Ciò accade molto spesso alle persone anziane, ai disabili, ai giovani in difficoltà, alle famiglie in condizioni di povertà e agli immigrati. La crisi finanziaria e la disoccupazione improvvisa possono aumentare i fenomeni di svantaggio sociale e psicologico.
Le iniziative che seguono mirano ad anticipare e prevenire il disagio sociale, andando all’incontro del cittadino a maggiore rischio marginalità.

Prevenire il disagio
8. Posizionare info-point, roulotte o chioschi in diversi quartieri, piazze e mercati, in modo da fornire ai cittadini e ai residenti informazioni e opuscoli sui servizi sociali, sanitari e di assistenza, in particolare servizi per le problematiche giovanili, servizi di prevenzione, sostegno alle famiglie in difficoltà, asili nido; attività per tempo libero e altre attività di supporto per gli anziani soli, disponibili nel quartiere e nel comune, accesso alle liste di alloggi sociali, ai luoghi di accoglienza ecc
9. Nelle aree più a rischio, in cui vivono molte famiglie in difficoltà e i cui capifamiglia hanno perso il lavoro a causa della crisi finanziaria, un help desk potrebbe informare sulle misure di sostegno intraprese dai diversi dipartimenti del Comune e dalle altre istituzioni locali e regionali, che potrebbero contribuire a limitare l'impatto della crisi.

Promuovere l'inclusione sociale degli immigrati e delle minoranze
10. Distribuire volantini e brochures nella lingua delle principali comunità straniere, che raccolgano tutte le informazioni sui diversi servizi in grado di rispondere alle esigenze di integrazione degli immigrati e delle loro famiglie (indirizzo di sportelli informativi, corsi di lingue per gli immigrati, associazioni e mediatori interculturali, ecc.)

Prevenire gli abusi e lo sfruttamento sessuale
11. iniziative di sensibilizzazione e campagne di comunicazione possono essere organizzate, durante la Settimana, nei quartieri più a rischio e nei luoghi più frequentati (come i supermercati, i centri commerciali, o i mercati), in collaborazione con volontari e associazioni, mirate in particolare a prevenire l’abuso di donne e bambini, ad evitare qualsiasi tipo di sfruttamento sessuale, fenomeni di segregazione familiare e violenza domestica.

I diritti ambientali
Garantire in una comunità a tutti i residenti condizioni di vita umana è fondamentale per il mantenimento della sicurezza sociale e della salute.
La protezione dell'ambiente e la bonifica delle aree inquinate garantisce ai cittadini il diritto a condizioni sicure e sane. L'acqua potabile e i servizi igienici sono infatti servizi primari.

12. Fornire i campi e le zone di sosta per caravan e altri insediamenti con servizi igienici e acqua potabile, è necessario per garantire condizioni decenti di vita.
13. Più in generale, in occasione della Settimana, potrebbero essere organizzate attività con i cittadini e volontari per la pulizia delle aree utilizzate come discariche abusive in vista di destinarle ad usi pubblici.


C. Promuovere l'accesso alla vita pubblica per i gruppi meno rappresentati

Molte attività possono essere organizzate per garantire pari opportunità ai diversi target di cittadini e residenti alla piena partecipazione alla vita pubblica, evitando ogni tipo di discriminazione e limitando la sottorappresentazione di alcuni gruppi. Superando resistenze culturali o la sfiducia nella propria capacità politica da parte di taluni, la gente sarà più stimolata a prendere parte alla vita pubblica.

Iniziative di partecipazione democratica
14. Durante la Settimana, i Comuni possono organizzare in diversi quartieri un'ampia gamma di attività informali di partecipazione, invitando tutti i residenti e gli amministratori locali ad incontrarsi per aumentare la reciproca conoscenza; questo farà aumentare la loro fiducia nelle istituzioni locali.
15. Dibattiti aperti, incontri e sessioni di domande e risposte con il sindaco e i consiglieri possono essere organizzati in vari quartieri su tematiche di specifico interesse dei cittadini.
16. Visite al Municipio e incontri con gli assessori e i funzionari locali possono essere utili, in particolare se diretti a gruppi specifici che potrebbero apprezzare e beneficiare di una maggiore familiarità con le istituzioni.
17. Consigli dei giovani potrebbero essere istituiti, in modo da abituare i giovani alle regole della democrazia e coinvolgerli progressivamente nella vita pubblica.

Promuovere la libertà di associazione e di riunirsi in assemblea pacifica
18. Azioni mirate di tipo permanente possono essere promosse per consentire ai diversi gruppi di incontrarsi, pregare e gestire altre attività culturali. Si può prevedere l'assegnazione di uno spazio comunale per farne sedi di associazioni di immigrati e minoranze, o perché siano adibiti come luogo di culto ad uso delle minoranze religiose. Durante la Settimana, potranno essere sviluppate diverse attività di dialogo interreligioso e interculturale.
19. Attività di supporto come workshop o giornate formative, focalizzate in particolare sulle questioni amministrative e gestionali, potranno essere indirizzate, durante la Settimana, alle associazioni non-profit, alle associazioni delle comunità di immigrati o di minoranze culturali.

D. Il mediatore dei diritti umani / l’ufficio del difensore civico

Diversi paesi europei hanno istituito la figura di un mediatore o difensore civico, a livello locale e regionale o nazionale, cui i cittadini possono presentare le loro richieste qualora sentano che i loro diritti siano stati violati. Un ufficio di mediatore o difensore civico a livello locale potrebbe promuovere lo spirito di legalità e di comportamenti improntati al rispetto di sé e degli altri. Di conseguenza, si diffonderà nella comunità la cultura della dignità umana e del rispetto dei diritti.

20. In occasione della Settimana europea della democrazia locale, un comune può decidere di affidare questa responsabilità ad una persona. Il difensore civico può essere un professore in pensione, un giudice, un consigliere comunale o il sindaco in persona. Egli può ricevere i reclami, esaminarli e proporre rimedi per soddisfare le aspettative legittime dei cittadini. Specifiche procedure e misure tecnico-amministrative potrebbero essere adottate, al fine di superare eventuali problemi e colli di bottiglia, qualora si verificasse che i diritti fondamentali non sono pienamente rispettati nell’erogazione di servizi pubblici locali.

il punto di vista OCSE sulla partecipazione civica







un piano di partecipazione




venerdì 10 giugno 2011

PETIZIONE PER L'ADOZIONE DEL CODICE ETICO NELL'AMMINISTRAZIONE LOCALE


PETIZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI VERONA
(ex art. 44 Statuto Comune di Verona)

I sottoscrittori della presente petizione, per la trasparenza dell’attività politico-amministrativa ed al fine di creare un clima di fiducia tra gli amministratori eletti ed i cittadini, chiedono al sig. Sindaco di intervenire (ex art. 22 reg. Cons.) presso il Consiglio Comunale affinché venga posto in discussione ed adottato con delibera assembleare per il Comune di Verona quale documento integrativo dello Statuto il

Codice Europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali
European Code of conduct for the political integrity of local and regional elected representatives
(Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa risoluz. n.79/1999 racc. n.60 - 17 giugno 1999. Richiami normative interne: art. 78, comma 1, del D.lgs. 267/2000; circolare n. 1/2004 Ministero dell'Interno; art. 10 c.3°, art. 42 Statuto Com. Verona; art.2 Reg. Com. Verona in materia di procedimento amm.vo)

o autoregolamentazione etica equivalente.



CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE CODICE DI INTEGRITA' PER ELETTI

COMUNE DI VERONA

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Codice europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali
Consiglio d’Europa - Congresso dei poteri locali e regionali 17 giugno 1999

(stralcio)

Articolo 1 - Definizione dell'eletto.
Ai fini del presente Codice, il termine "eletto" designa qualsiasi responsabile politico che eserciti un mandato locale o regionale conferitogli mediante elezione primaria (elezione da parte del corpo elettorale) o secondaria (elezione a funzioni esecutive da parte del consiglio locale o regionale).

Articolo 3 - Oggetto del Codice.
L'oggetto di questo codice consiste nello specificare norme di comportamento che gli eletti sono supposti osservare nello svolgimento delle loro funzioni e nell'informare i cittadini circa le norme di comportamento che possono a buon diritto aspettarsi dagli eletti.

Articolo 8 -Clientelismo.
L'eletto si astiene dall'esercitare le proprie funzioni o di utilizzare le prerogative legate alla sua carica nell'interesse particolare di individui o di gruppi di individui allo scopo di ottenere un interesse personale diretto o indiretto.

Articolo 11 -Cumulo.
L'eletto si sottopone a qualsiasi regolamentazione in vigore volta a limitare il cumulo dei mandati politici. L'eletto si astiene dall'esercitare altri incarichi politici che gli impediscano di esercitare il proprio mandato di eletto locale o regionale. L'eletto si astiene dall'esercitare delle cariche, professioni, mandati o incarichi che suppongono un controllo sulle sue funzioni di eletto o che, secondo le sue funzioni di eletto, avrebbe il compito di controllare.

Articolo 15- Divieto di assicurarsi preventivamente alcuni incarichi.
Nell'esercizio delle proprie funzioni, l'eletto si astiene dal prendere provvedimenti che gli assicurino un vantaggio personale professionale futuro, dopo cessazione delle sue funzioni:
• in seno a entità pubbliche o private che si trovavano sotto il suo controllo durante l'esercizio delle sue funzioni;
• in seno a entità pubbliche o private con le quali ha allacciato rapporti contrattuali durante l'esercizio delle sue funzioni;
• in seno a entità pubbliche o private che sono state create durante l'esercizio delle sue funzioni e in virtù di esse.

Articolo 19 - Pubblicità e motivazione delle decisioni
L'eletto è responsabile per la durata del suo mandato nei confronti della popolazione locale nel suo complesso. L'eletto abbina ogni decisione di fare o di non fare ad una motivazione circostanziata che riprenda l'insieme degli elementi su cui si basa e in particolare le disposizioni della regolamentazione applicabile, come anche gli elementi che dimostrano la conformità della sua decisione a questa regolamentazione. In caso di confidenzialità, la deve motivare, sviluppando gli elementi che impongono detta confidenzialità. Risponde diligentemente a qualsiasi richiesta procedente dai cittadini relativa allo svolgimento delle sue mansioni, alla loro motivazione o al funzionamento dei servizi di cui è responsabile. Incoraggia e sviluppa ogni provvedimento che favorisca la trasparenza delle sue competenze, dell'esercizio delle sue competenze e del funzionamento dei servizi di cui ha la responsabilità.


Chi lo ha redatto. Congresso dei Poteri locali e Regionali del Consiglio d’Europa (CPLRE)

Il congresso dei poteri locali e regionali, organismo del Consiglio d’Europa, ha come finalità istituzionale la promozione di società ispirate ai valori della democrazia con specifico riguardo all’assetto organizzativo ed ai profili funzionali delle autonomie territoriali.
Rappresenta le istanze di circa 200.000 enti locali e regionali dei 45 Stati aderenti al consiglio d’Europa.
Tra le iniziative più significative il “Codice Europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali” assume particolare rilievo in quanto indicativo degli standards comportamentali cui gli amministratori ed, in generale, gli eletti locali debbono ispirare la loro condotta nei rapporti con i cittadini, l’ente di appartenenza ed i mezzi di informazione.

I compiti di autoregolamentazione delle amministrazioni locali

Il documento elaborato nell'ambito del Consiglio d'Europa con riguardo all’assetto giuridico del nostro paese, risulta di specifica attualità, ove si considerino i mutamenti già intervenuti e quelli in itinere nel sistema dei controlli sull’attività delle amministrazioni nel nuovo quadro federalista, tendenti a privilegiare verifiche interne rispetto a quelle esterne.
In coerenza con il principio di pari ordinazione tra i vari livelli di governo sancito dall’art. 114 della Costituzione, ciascun ente locale è chiamato definire, attraverso l’esercizio della potestà statutaria, un quadro organico di regole di comportamento a garanzia dei rapporti interni tra gli organi e gli uffici, dell’osservanza dei principi di legalità, di imparzialità e di trasparenza e della piena salvaguardia delle prerogative dei cittadini.
Gli enti locali, in questa ulteriore fase di elaborazione normativa, possono trovare un utile punto di orientamento nei contenuti del suddetto “Codice” che, essendo il risultato del concorso di idee e di proposte degli stessi protagonisti del governo locale dei vari Paesi d’Europa, esprime al massimo livello il comune sentire su temi di così alto rilievo istituzionale. (fonte: ANCI 2004)

Raccomandazione 60 (1999) sulla integrità politica degli eletti locali e regionali
European Code of conduct for the political integrity of local and regional elected representatives

Il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, prendendo in considerazione i testi in vigore all’interno degli Stati membri e i lavori internazionali pertinenti, propone e adotta il Codice di condotta per l’integrità politica degli eletti locali e regionali.

Questi ne sono gli espressi motivi

* sottolineando che gli eletti locali e regionali esercitano le loro funzioni nel quadro della legge e conformemente al mandato che è stato loro affidato dagli elettori, e che sono responsabili nei confronti della popolazione locale o regionale nel suo complesso, ivi compreso nei confronti degli elettori che non hanno votato per essi;
* considerando che il rispetto dei termini del mandato degli elettori va di pari passo con il rispetto delle norme etiche; * profondamente allarmato dal moltiplicarsi degli scandali giudiziari in cui sono implicati responsabili politici a motivo di atti commessi nell’esercizio delle loro mansioni e constatando che il livello locale e regionale non sfugge a questo fenomeno;
* convinto che la promozione dei codici di condotta destinati agli eletti locali e regionali permetterà di accrescere la fiducia fra la classe politica locale e regionale e i cittadini;
* persuaso che questo legame di fiducia sia indispensabile affinché un eletto possa portare a buon fine la propria missione;
* constatando che i dispositivi legislativi sono sempre più completati da codici di comportamento in vari settori quali le relazioni commerciali, le relazioni bancarie, l’amministrazione;
* stimando che spetti agli eletti locali e regionali assumere un comportamento analogo nelle loro sfere di competenza; * persuaso che la definizione degli obblighi etici che gravano sugli eletti locali e regionali in un Codice di condotta permetterà di chiarire il loro ruolo e la loro missione e di riaffermare l’importanza di quest’ultima;
* convinto che tale Codice deve prevedere in maniera più estesa possibile l’insieme dell’azione dell’eletto;
* sottolineando che la definizione di regole di comportamento implica il rispetto degli imperativi etici;
* ricordando parimenti che il ripristino di un clima di fiducia rende necessario il coinvolgimento della società civile intesa complessivamente e sottolineando al riguardo il ruolo dei cittadini stessi e dei mass media;
* ribadendo infine che l’imposizione dei doveri non è concepibile senza la concessione di garanzie che permettano agli eletti locali e regionali di svolgere il loro mandato e ricordando al riguardo le disposizioni pertinenti contenute in tal senso nella Carta europea dell’Autonomia locale e nella bozza di Carta europea dell’Autonomia regionale.


Collegamenti interni

Etica e legalità (annotazioni)

martedì 31 maggio 2011

interessi di pochi vs. interesse di tutti

"Spesso nelle comunità locali abbiamo a che fare con un piccola, insignificante,
incompetente élite che fa del territorio e delle risorse di tutti preda e sfruttamento.

I comportamenti di queste logge comportano carichi economici, perdita dei diritti,
diminuzione delle libertà di ogni cittadino e giorno dopo giorno in modo poco percepibile ci
viene tolto qualcosa; non di ciò che è voluttuario ma di quello che ci è indispensabile.



Di questi soggetti possiamo con facilità comprendere gli intrighi.


Dobbiamo affinare lo sguardo: l’indignazione per lo sfruttamento privato delle posizioni e delle risorse pubbliche è il primo passo per un risveglio delle coscienze."



lunedì 23 maggio 2011

etica e legalità

La riflessione sulla legalità e sull’onestà non riguarda solo i pubblici Amministratori, ma tutti i cittadini, tutto il corpo sociale nel suo insieme.


La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini.
Se mancano chiare e legittime regole di convivenza, oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto,
con la conseguenza che la libertà è messa a rischio fino a scomparire.

Occorrono, dunque, delle «regole di convivenza». E non può esserci arbitrio alcuno nell’applicazione di tali regole: non c’è distinzione tra il “mio” amico e il “mio” nemico, tra quello che appartiene alla “mia” parte e quello che non appartiene alla “mia” parte.

In realtà, la “mia” parte non può che essere quella del bene comune, della ricerca costante di questo stesso bene, meta e impegno che unifica gli uomini al di là della diversità dei loro interessi. Ecco perché in Calabria è nata ed esiste una classe dirigente di Amministratori locali rispettosi della legalità, non per vuoto formalismo, ma perché convinti della “sostanza” della legalità, pienamente consapevoli che anche da lì passa la strada del bene comune. Amministratori locali nati dalla nuova linfa democratica “custodi” della giustizia, nemici dell’arbitrio, difensori della legalità e della pratica delle leggi.

Il primo compito che spetta a questi giovani Amministratori è, allora, la pratica della legalità. Ma ad essi spetta anche un compito preciso di vigilanza sull’intera “struttura” loro affidata, perché anch’essa persegua il bene comune usando lo stile della legalità e rispettando forma e sostanza della legge.

Questo compito di vigilanza è spesso sottovalutato e non è vissuto fino in fondo. Così accade talvolta che gli uffici, i servizi, gli apparati burocratici, persino gli stessi dirigenti prendono il sopravvento e giocano il loro ruolo a difesa di se stessi e non per il bene comune.

Così accade che le risposte della pubblica Amministrazione si fanno rigide, vuote, impersonali e rischiano spesso di non risolvere i problemi. A questi Amministratori si chiede un “di più” di responsabilità, un “di più” di coerenza, un “di più” di testimonianza nei comportamenti e nello stile complessivo dell’agire.

Quello che molti Amministratori locali hanno iniziato da poco è un impegno bello ed entusiasmante. Ma, nello stesso tempo, hanno bisogno di una disciplina interiore continua e severa. Ne hanno bisogno perché non vi è chiesta una generica onestà o una generica dedizione, ma una “precisa” onestà e un’altrettanto “precisa” dedizione, i cui contorni si scopriranno giorno per giorno, il cui peso si andrà commisurando momento per momento.

La gente, il popolo, dai suoi Amministratori si aspetta questo. Desidera poter guardare i gli amministratori con rispetto.

La gente ha bisogno di testimonianze forti di correttezza, di onestà, di schiettezza, di pulizia morale. Se lo aspettano dalla destra e dalla sinistra, dagli eletti di qualsivoglia lista e di qualunque matrice culturale e politica. È questa un’attesa che non va delusa! Il lavoro a volte sarà anche duro, a volte contrastato. A volte la pazienza sarà messa duramente alla prova tentando di dimostrare all’avversario o, addirittura, al “nemico” che si incontra, di essere i più forti, tradendo così i buoni propositi del principio.

Spesso la strada si fa ardua, è vero. Più spesso ancora, diventa insidiosa: ci si trova invischiati in cose non previste e non sempre uno se ne accorge in tempo. Allora, talvolta, si sceglie di starne fuori, si chiudono gli occhi su quello che succede, non si riesce a combattere, semplicemente “si omette” di fare fino in fondo ciò che si deve.

Oggi è necessario più che mai, per le diverse forze politiche, gareggiare in giustizia e onestà. Non nell’affermazione verbale di giustizia e onestà, non nella condanna dell’immoralità sempre presunta in chi è avversario, ma gareggiare lealmente per fare opere di giustizia e per dare testimonianza di onestà.

Il cittadino ha diritto all’imparzialità nelle scelte di chi amministra, ha diritto ad un trattamento equanime. Non ci sono mai cittadini di serie A e di serie B. Non può essere considerato con più attenzione solo chi ha voce potente, mezzi, denaro, terreni, informazioni, conoscenze e quant’altro. A tutti si deve la stessa attenzione, lo stesso rispetto della legge, la stessa imparzialità. Per ogni Amministratore locale, un passaggio fondamentale nel suo dedicarsi ad opere di giustizia è il saper ascoltare e il desiderare ascoltare sia ciò che viene detto, sia ciò che resta inespresso e celato.

Amministratori locali come degli appassionati conoscitori e ascoltatori delle comunità loro affidate, interpreti davvero del bene riservato a ciascuna di esse.

La giustizia non si applica in astratto, non è una virtù disincarnata dal reale. Essa si nutre della conoscenza dei luoghi, delle situazioni, delle persone, visti e considerati, appunto, nella loro realtà e concretezza, “ascoltati e conosciuti”, interpretati e capiti. Si “ascolta” attraverso una capacità affinata giorno per giorno, sapendo leggere i segni delle nostre comunità, sapendone cogliere gli elementi essenziali, sapendo vedere ciò che serve o ciò che è utile.
Ma pure “ascoltando” in senso proprio, ossia stando seduti ad accogliere i cittadini che esprimono le loro questioni, chiedendosi come risolverle, se è lecito risolverle e dicendo con chiarezza e senza alcuna finzione i no che pure vanno detti, quando le richieste non sono pertinenti o, a propria volta, ledono i più elementari principi di correttezza o, anche solo, di buon senso.

Ascoltare comporta, poi, il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, comporta scelte e indirizzi conseguenti da assegnare alla cosiddetta “macchina comunale, provinciale e regionale”. E tutto questo senza alibi!

La legge o, peggio, la burocrazia non possono diventare un’arma di offesa, non sono un alibi dietro il quale nascondersi per non dare risposte o per scaricare sugli altri la responsabilità dell’attuazione o della non attuazione di una scelta. La nostra gente ha bisogno di essere ascoltata, ha bisogno di essere aiutata laddove è necessario, ha bisogno di vedere assunzioni vere di responsabilità, ha bisogno di avere la testimonianza tangibile che non sempre vince il più arrogante o il più ingiusto, ma anche chi ha ragione davvero.

Quella dell’Amministratore locale è una responsabilità da vivere con profonda onestà: l’onestà è uno degli elementi che favoriscono e, in qualche modo, fondano la fiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni. Gli Amministratori pubblici sono chiamati non semplicemente ad un’onestà esemplare, ma ad una onestà eroica. Per rendere giustizia ai poveri, ai disoccupati, agli emarginati servono risorse, è vero. Ma servono anche intelligenza, creatività, progettualità coraggiosa, capacità di mobilitare le comunità.

Tutto questo appartiene alla sfera della responsabilità degli Amministratori e si alimenta al fuoco della intelligenza, dell’entusiasmo, della disponibilità, al non accontentarsi, nel senso più bello dell’espressione, di essere arrivati a ricoprire un ruolo importante nella nostre comunità. Accanto al rispetto della legge e accanto alla pratica della giustizia, occorrono intelligenza, entusiasmo, disponibilità e gratuità.

Intelligenza significa conoscenza, ma non solo.
Significa capacità di “leggere dentro” problemi e situazioni e significa pure venirne a capo.
Significa non accettare soluzioni precostituite per non fare fatica, come pure agire con pazienza nel capire e nel costruire consenso.
Significa avere i “tempi giusti”: saper aspettare, quando serve, ed affrettare le cose, quando è necessario.
Significa avere uno sguardo che sa andare al di là delle apparenze, uno sguardo che coglie la sostanza, il cuore dei problemi.
Significa, ancora, capacità di confrontarsi, di discutere, di valutare, di scegliere.
Significa capacità di vedere le cose “più in grande” e, nello stesso tempo, di rapportarle alla dimensione della comunità.

Le domande: chi mi rappresenta? A quale progetto politico faccio riferimento? Chi intercetta i miei bisogni? Sono irrisolte un po' per tutti, non solo per i giovani. Il fenomeno allarmante invece è l'assenza di “agorà” - come scrive Bauman - quello spazio, privato e pubblico allo stesso tempo, dove le istanze dei singoli assumono significati condivisi come bene comune e giustizia sociale. Rischiamo di iscrivere il nostro tempo libero a pacchetti preconfezionati, fatti di frenesia, centri commerciali, cinema, megastore, e dimenticarci che abbiamo dei doni che non sono a nostro utilizzo esclusivo, ma che dovrebbero essere condivisi.

L'immensa libertà di partecipare in maniera diretta e non mediata costituisce allo stesso tempo un'opportunità di crescita e un rischio di giocarsi al ribasso.
Quindi la politica ha ancora un valore? Io credo che non solo la politica oggi ha valore, ma c'è un diffuso bisogno di politica. Le ingiustizie, i conflitti, le povertà, i totalitarismi, in Italia e a livello mondiale, esistono. Questo è un chiaro segnale che la politica è necessaria, forse per gli stessi e semplici motivi per cui lo è sempre stata.
La politica è uno strumento complesso di regolazione sociale, che lega la sorte di coloro che assumono responsabilità a quella di coloro che li hanno delegati.
Il vero valore della politica oggi nasce da un'assunzione di responsabilità in un orizzonte etico. La politica è etica, anche se in maniera laica.



Salvatore Barresi

fonte: http://www.arealocale.com/default.asp?print=true&action=article&ID=1314