venerdì 29 giugno 2012

.. ma quale società civile ?

ma che cos'è questa "società civile" ?
chi sono i "società civile" ?
che cosa vogliono i "società civile" ?

una possibile risposta

un bene comune ?

i "civili" della "società"

"notabilato"

giovedì 21 giugno 2012

attualità: monopolio politico locale

(mònos: «solo»)                                                                                                                               (pòlion, «vendere»)

Il monopolio politico locale è’ una forma di mercato (sistema) politico, territorialmente e temporalmente circoscritta, dove un unico “venditore” offre un pre-dominanante prodotto politico e “servizi”, nella quale non è previsto – per vari fattori legali e fattuali - che esistano sostituti o reali concorrenti.

Il soggetto monopolista ha così la gestione esclusiva dello spazio pubblico, del discorso che in esso scaturisce e di ogni arena decisionale che in quel contesto investa interessi pubblici o privati di rilievo.

La situazione si connota per l’assenza di efficaci alternative organizzative sociali o politiche,
anche per la costruzione strategica di ordini del giorno ed  iter istituzionali costituenti vere e proprie “dighe” di intervento e barriere di entrata per altri diversi operatori.

In questo monopolio  il soggetto monopolista controlla l'apparato istituzionale ed economico pubblico, l’intera offerta politica e informativa ed è in grado di esercitare un rilevante controllo sullo scambio politico, determinandone il “prezzo”, cambiando la direzione dell’”offerta” in modo discrezionale.

Il monopolista politico in genere muove le risorse pubbliche e fissa la quantità di “prodotto amministrativo” non in base agli interessi generali, ma in modo tale da rendere massimo il proprio profitto politico e quello del proprio entourage, escludendo qualsiasi forma di trasparenza e di rendiconto sociale.

Il monopolio politico in tempi brevi può dar luogo ad un fallimento del sistema socio-economico-culturale del luogo (definito anche default); per questa ragione in democrazia i monopoli di qualunque natura e tipo sono normalmente considerati incompatibili.                                                                         
Può essere fatta eccezione per i beni ed i servizi essenziali per la comunità, che in questo caso dovrebbero essere non solo di proprietà comune di tutti i cittadini, ma anche sotto il diretto controllo degli stessi attraverso forme organizzative adeguate e di garanzia, interna e di sistema.


M.B. 

venerdì 15 giugno 2012

beni comuni e capitalismo municipale




la lobby
                                                                                                                     i sottoboschi





domenica 3 giugno 2012

l'arroccamento dei capi .. e dei loro capibastone



(grandi e piccole)




"..quanto più si estende e si ramifica l’apparato ufficiale del partito, cioè quanto maggiore è il numero dei membri, quanto più si riempiono le sue casse, quanto più aumenta la stampa di partito, tanto più si riduce il potere popolare sostituito dall’onnipotenza dei comitati e delle commissioni (..) Gli ex lavoratori si appropriano di una routine che li fa ascendere sempre più al di sopra dei loro mandanti, così che infine perdono il senso di comunità con la classe che li ha espressi; ne deriva una vera differenza di classe tra i capi ex proletari e i gregari proletari (..) Con una sostituzione dei fini originari l’organizzazione diventa da  mezzo scopo e infine scopo assoluto (Michels 1909)

2012 .. i partiti non sono più in grado di:


* sentire, captare la domanda democratica latente di «identificazione» e di «senso»                                                                                                     
* avere visioni prospettiche, alternative e contemporanee della società, del territorio, delle istituzioni, dell'economia e del loro possibile e sostenibile sviluppo
* esercitare le più tipiche e normali funzioni di rappresentanza rispetto agli aggregati sociali di riferimento
* interpretare ed articolare con attenzione la domanda politica
* elaborare risposte e strutturare efficaci politiche pubbliche
* attingere competenze, saperi ad esperienze reali da ambiti specialistici
* tener distinto il partito dalle istituzioni, mantenendo separati i ruoli interni e privati dalle funzioni pubbliche di servizio
* essere contabilmente autosufficienti ed evitare di ritrarre le risorse finanziarie e organizzative per lo svolgimento dell’azione politica esclusivamente dalla simbiosi istituzionale
* controllare che non vengano privatizzate nella sfera personale dei leader tali risorse con decisioni unilaterali e verticistiche di impiego
* mantenere una dimensione organizzativa meritocratica e non di tipo elitistico e leaderistico per ogni diverso livello
* programmare l'attività interna sugli scopi costituzionali e statutari agendo invece esclusivamente per la definizione di candidature e nomine del personale politico cooptato e stabilizzato in correnti
* garantire che non si attuino forme di familismo e clientelismo
* evitare collateralità organizzative con fiancheggiatori soci delle leadership
* sviluppare una mentalità non demagogica, opportunistica e non meramente elettorale della partecipazione (‘primarie’ gestite)
* fare attenzione a non costruire false cornici cognitive entro le quali far muovere l'elettorato per ottenerne in ogni caso il consenso
* comunicare con gli interlocutori interni ed esterni con tempestività e trasparenza, sia come organizzazione complessiva che come specifica unità di rappresentanza
* rispondere dell’operato e dell’impiego delle risorse alle basi associative e agli elettori assoggettandosi a forme garantite di controllo istituzionale e sociale
* mantenere fede ai vincoli associativi e rispettare le normative autoprodotte, sanzionando energicamente ogni violazione